L’Enterprise 2.0 di Microsoft: collaborazione con Sharepoint

Pubblicato il 02 Dic 2008

Che Sharepoint sia un prodotto di successo lo dicono i numeri (17.000 clienti, 100.000 licenze e un fatturato di oltre 1 miliardo di dollari), i Magic Quadrant di Gartner e il primo posto fra i vendor di portale che Forrester assegna a Microsoft. Ma lo dice anche la scelta di sfruttarlo come portale, oltre che per la condivisione aziendale di Office per cui è nato, ancorandogli tutta una serie di strumenti collaborativi Web 2.0 (blog, wiki, instant messaging e social networking). Durante l’ultima Sharepoint Conference, Microsoft ha presentato alla stampa alcune interessanti esperienze di aziende che hanno scelto le soluzioni Microsoft per la collaboration.
Per Tsf, società di servizi Ict per il mercato dei trasporti, il Cio Alvaro Busetti ha presentato un progetto di “Intranet 2.0”: “Per 600 tecnici distribuiti in una struttura granulare e diversificata di 50 unità produttive e progettuali, l’obiettivo era condividere e integrare contenuti operativi abbattendo le barriere alla loro pubblicazione sia da processi distribuiti della intranet tradizionale sia dalla classica “lunga coda di software” accessibile su qualcosa come 500 siti autogestiti”, spiega Busetti. “Obiettivo raggiunto con  Moss (Microsoft Office Sharepoint Server) e Office Communication Server (Ocs), dotando tutti i siti di blog, wiki e possibilità di video, ricorrendo al tagging di tutti i contenuti. Il che “promuove” i contenuti autogestiti all’interno dell’intranet aziendale, che continua a lavorare come prima”.
Attorno a Moss Andrea Pifferi, Cio di Indesit, ha creato “Kit”, “lo spazio Intranet dove lasciare traccia”, sicché collaborazione, relazioni e conoscenze possano tradursi in un concreto asset aziendale. Il riuso delle conoscenze è strategico in un ambiente ad elevata collaborazione e in continua innovazione di processi come Indesit (17000 dipendenti, 18 fabbriche,  e 3,5 miliardi di euro di fatturato). “Di qui un modello di Intranet – comunità di esperti totalmente open e in continua evoluzione – e lo sforzo di integrazione per la collaborazione di ambienti eterogenei centrato sul portale Moss”, dice Pifferi. “Diversi i benefici riscontrati: accessibilità e fruibilità delle conoscenze, efficacia nelle attività progettuali e due intangibili come incremento della motivazione e miglioramento del clima di collaborazione”. Il Cio di Regione Veneto, Gianluigi Cogo, in un ambiente fortemente penetrato da Moss come strumento per il content e lo sharing, ha fatto “perno” su Moss per spostare la produttività individuale e di gruppo sul web (Web collaboration), realizzando un  social networking “corporate”, muovendosi ora verso la Unified Communication con Ocs. Durante la conferenza, Cogo ha sottolineato di aver “constatato la forza trainante di “generare contenuti bottom-up” che porta alla dematerializzazione dei processi, all’emersione dei talenti e alla visibilità delle persone”. “Sensibile l’aumento della produttività individuale e di gruppo e dei link interpersonali, fuori dalle funzioni organizzative”, aggiunge il Cio.
“In definitiva, Moss è un prodotto che favorisce la destrutturazione ma consente la governance della collaborazione”, commenta Enrico Bonatti, direttore della divisione Information Worker di Microsoft Italia. E la governance è un elemento fondamentale per seguire il Web 2.0 e il dirompente trend dell’auto-organizzazione collaborativa bottom up)”.

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