AlmavivA DevOps Day: approcci e suggerimenti per abbattere i muri tra Dev e Ops

La metodologia Agile ha avuto il pregio di abbattere il muro tra analisi/pianificazione e sviluppo, ma non ha risolto tutti i ‘problemi operativi’ che impediscono spesso l’efficacia e l’efficienza dei processi nei cicli di sviluppo delle applicazioni. Ad abbattere il muro tra sviluppo e operation è arrivato l’approccio DevOps che non è però una ‘regola magica’. Al DevOps Day di AlmavivA sono emersi alcuni utili suggerimenti e proposte di approccio.

Pubblicato il 17 Mar 2017

MILANO – Un accordo di servizio garantito al 100% affinché la strategia di Extended Customer Experience di Ferrovie dello Stato produca gli effetti di business prefissati dal management, ossia offrire ai passeggeri servizi ‘correlati’ (dalla verifica della disponibilità delle biciclette all’arrivo in stazione fino alla prenotazione di un Taxi o addirittura la prenotazione di una visita al museo) attraverso una vista a 360 gradi sul cliente, le sue abitudini e le sue esigenze. Parte da qui, Nunzio Calì, CIO di AlmavivA, facendo gli ‘onori di casa’ al DevOps Day tenutosi di recente a Milano, sottolineando come, in questo progetto, “il ruolo di AlmavivA in qualità di full outsourced comporta la gestione di tutta la parte infrastrutturale e anche della componente architetturale applicativa”. Due ‘anime’ che devono cooperare: “Operation IT e responsabili delle applicazioni sono chiamati a lavorare insieme ‘in nome’ di una garanzia dei livelli di servizio che sono stati contrattualizzati al 100% e che, in funzione del continuo miglioramento della customer experience dei passeggeri, richiede continui interventi sulle applicazioni e sui rilasci dei servizi digitali (si parla addirittura di 2500 ‘change’ al mese)”, precisa Calì, offrendo anche una panoramica delle risorse dedicate: “Circa 350 persone (delle 800 che AlmavivA conta nel proprio organico) sono dedicate alla gestione delle infrastrutture di Ferrovie dello Stato, circa 550 sono quelle focalizzate sulla componente applicativa (delle 2500 risorse complessive della società)”.

“Oggi la consumerization delle tecnologie è un pilastro critico del successo di un business; nel caso di Ferrovie dello Stato la consultazione di viaggio del cliente inizia con uno smartphone”, invita a riflettere Stefano Mainetti, CEO del PoliHub del Politecnico di Milano, che al DevOps Day ha avuto il compito di delineare lo lo scenario entro il quale si sviluppano oggi gli approcci metodologici. “Paradigmi di fruizione dei servizi digitali e di nuovi modelli di business che inevitabilmente richiedono all’IT un ‘cambio di passo’ verso una più agile capacità di risposta”. Percorsi attuabili, spiega Mainetti, “solo abbattendo i silos tra i vari dipartimenti”. In quest’ottica le metodologie Agile hanno contribuito al cambiamento, ma non risolvono tutti i mali perché “insistono poco sulla relazione tra gli sviluppatori e le operation IT, motivo per cui stanno prendendo piede le logiche DevOps che non possono tuttavia essere ‘banalizzate’ con la sola adozione di tool tecnologici”.

Di questa opinione anche Antonio Parisi, Head of DevOps AlmavivA che, nel presentare al pubblico AlmaToolBox, la soluzione DevOps di AlmavivA, insiste nel rimarcare che “non si tratta di un prodotto, ma di una piattaforma di integrazione (si prendono le migliori tecnologie sul mercato e le si integra) attraverso la quale si abilitano in azienda approcci DevOps efficaci”.

Approcci al DevOps: i casi Intesa Sanpaolo e Hdi Assicurazioni

Da sinistra: Francesco Barbieri, CIO Direzione Operations AlmavivA e Monica Carpi, Responsabile Coordinamento Servizi Infrastrutturali Intesa Sanpaolo Group Services

A dare una overview su cosa significhi seguire approcci DevOps efficaci ci hanno pensato Monica Carpi, Responsabile Coordinamento Servizi Infrastrutturali Intesa Sanpaolo Group Services, e Luca Lanzoni, CIO HDI Assicurazioni. “Siamo partiti da un’analisi a 360 gradi sui nostri processi operativi e sugli strumenti in uso – racconta Carpi – per avere una vista più chiara e reale dell’intero ciclo di vita di sviluppo delle applicazioni. Da qui abbiamo intuito la necessità di dover intervenire prima ‘mettendo i mattoncini’ utili a reggere il cambiamento, quindi ragionando su configuration e automazione per poi costruire un modello operativo che ci mettesse nelle condizioni di non essere più il ‘collo di bottiglia’ dei processi di rilascio delle applicazioni”.

Governo centralizzato, semplificazione dei processi e tool di automazione sono i pilastri attorno ai quali si è sviluppata la metodologia DevOps all’interno di Intesa Sanpaolo Group Services, con risultati che Carpi riassume così: “Cinque gli obiettivi che pensiamo di aver centrato:

  1. la maggiore velocità con la quale riusciamo ad erogare i servizi;
  2. l’aumento della frequenza dei rilasci (grazie al ‘riuso’ di codice utile);
  3. la possibilità di poter attuare sviluppi paralleli;
  4. la riduzione dello sforzo complessivo ‘speso’ per il testing;
  5. la stabilità degli ambienti dedicati al testing”.

Luca Lanzoni, CIO HDI Assicurazioni

Diverso invece l’approccio adottato da HDI Assicurazioni, come spiega Lanzoni: “Le nostre esigenze partivano da un piano di digital transformation del business che ha richiesto diversi ‘stream’ progettuali molto rapidi dove, nell’arco temporale di due anni, l’IT doveva essere trainante. Per come abbiamo noi interpretato il DevOps, visto come un insieme di cultura, organizzazione e processi, i primi passi si sono mossi nella definizione di nuovi ruoli all’interno dell’azienda, in particolare figure di ‘service management’ in grado di trasferire correttamente all’IT le esigenze di business in modo da strutturare l’organizzazione con l’adeguato modello di governance e processo”.

Messo a punto il disegno organizzativo, il pilastro attorno al quale si è poi meglio sviluppato l’approccio DevOps di HDI Assicurazioni è stato il ‘continuo miglioramento’, “visione che oggi fa da ‘faro’ in tutte le scelte procedurali ma anche di scelta tecnologica”, dice Lanzoni in chiusura. “L’obiettivo è avere sempre una visione end-to-end del servizio, che significa quindi avere una più stretta collaborazione anche tra chi sviluppa il servizio e chi si occupa degli altri aspetti operativi”.

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