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Hadoop e big data, Cloudera e il mercato degli analytics

Due parole con Alex Picker, responsabile EMEA dell’organizzazione commerciale della società, sugli sviluppi delle big data analytics per l’IoT e, naturalmente, della ‘salute’ del mercato Italia

Pubblicato il 04 Mag 2017

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MONACO – In occasione della visita all’Hadoop Summit Europeo, organizzato da Hortonworks con Yahoo!, che sotto il nuovo nome di DataWorks Summit si è tenuto a Monaco nella prima settimana di aprile, abbiamo incontrato Alex Picker, Channel & Partner Director a livello EMEA di Cloudera, società presente all’evento con un proprio stand.

Alex Picker, Channel & Partner Director a livello EMEA di Cloudera

Come spesso accade nel mondo dell’It, il rapporto tra le due società rappresenta un classico caso di ‘coopetition’. Pur collaborando con Hortonworks in molti aspetti, specialmente tecnologici, della sua attività, Cloudera ne è anche un concorrente, offrendo entrambe a una clientela di fascia enterprise soluzioni costruite a supporto del business. Chiediamo quindi a Picker che modello commerciale adotti Cloudera con i propri utenti.

Picker: Abbiamo un approccio ibrido. I componenti ‘core’ di Hadoop, a partire dalla piattaforma per lo storage e la gestione dati, sono open source e fruibili gratuitamente, mentre gli strumenti di servizio, come Cloudera Manager, Cloudera Director (tool rispettivamente per gestire il sistema e il deployment nel cloud – ndr) nonché le attività di assistenza si pagano con un abbonamento annuo commisurato ai nodi di calcolo e a quale, tra le cinque versioni disponibili di Cloudera Enterprise, e cioè: Basic, Data Engineering, Operational Database, Analytic Database ed Enterprise Data Hub, il cliente abbia adottato. Una ulteriore flessibilità deriva dall’implementazione: se on premise, cloud o ibrida.

ZeroUno: Un tema molto discusso in questo Summit è l’integrazione delle analisi su dati in riposo e dati in movimento. Come state lavorando su questa possibilità?

Picker: La nostra piattaforma può acquisire dati in vari modi: con processi batch, in streaming, accedendo a fonti dati esistenti e così via. Quale sia il modo, la cattura è indifferente al formato e alla struttura o destruttura del dato, sia per lo stream come per lo stored. Possiamo far ciò anche grazie a un ecosistema di partner che trattano aspetti specifici, come ad esempio StreamSets per lo streaming di big data IoT.

ZeroUno: A proposito dell’IoT, avete in corso o in previsione partnership con aziende manifatturiere per ottimizzare specifici modelli di streaming dati?

Picker: Lavoriamo con alcune industrie nel settore automotive per lo storing e l’analisi dei dati dei sensori in progetti di ‘connected car’, che comunicano al guidatore come al fabbricante eventuali problemi riducendo i rischi di guasti. Siamo poi partner della Voith, per un software che diagnostica funzionamento e rendimento delle turbine analizzandone il rumore emesso e che la Voith fornisce come servizio ai clienti. La Bosch fa lo stesso per i suoi componenti. Molti costruttori si stanno spostando sulla fornitura di servizi per i loro prodotti. È un caso in cui le opportunità delle stream-data analysis basate su Hadoop cambiano il business model..

ZeroUno: Come manager EMEA, come vede per le Hadoop analytics, il mercato italiano?

Picker: Non sono in grado di fare una divisione per industry e per offerta, ma posso dire che vedo l’Italia in crescita, tanto che stiamo assumendo nuove risorse per questo mercato. Stiamo entrando in quasi tutti i settori verticali, ma banche, telco e PA sono quelli che oggi vedo più promettenti.

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