La rete intelligente: quali soluzioni e i percorsi delle aziende

La tavola rotonda all’Executive Cocktail organizzato da ZeroUno in collaborazione con Verizon ha rivelato vantaggi e criticità del network virtualizzato e software-defined, con il commento delle imprese italiane

Pubblicato il 28 Mar 2017

L’Executive Cocktail “Il Network cambia: diventa sistema flessibile e intelligente” organizzato da ZeroUno in collaborazione con Verizon ha messo in luce le alternative tecnologiche per flessibilizzare le reti, raccogliendo i feedback delle aziende italiane.

Di questo servizio fa parte anche il seguenti articolo:
LO SCENARIO – Networking: percorsi evolutivi tra virtualizzazione e software-defined
Giuseppe Mocci, Solution Architect Manager – EMEA Channel & System Integrators di Verizon

“Oggi il networking vive un momento di discontinuità – è intervenuto Giuseppe Mocci, Solution Architect Manager – EMEA Channel & System Integrators di Verizon -. L'avvento di cloud, mobility, peer-to-peer, streaming video ha modificato le esigenze di progettazione di rete. I punti e le modalità d'accesso sono molteplici, l’erogazione delle applicazioni è ubiqua, Internet e Multi Protocol Label Switching (Mpls) sono reti paritetiche per le aziende. Prevedere i path di traffico e le performance di rete è molto più difficile”. Come risolvere allora la sfida? “Software Defined Networking e Network Functions Virtualization sono le alternative – ha proseguito Mocci – in grado di separare il data layer dal control layer, che diventa uno strato di intelligenza centralizzabile. Il beneficio è la separazione tra hardware e servizi di networking. Le appliance tradizionali, che riunivano i due livelli, verranno sostituite da sistemi commodity gestiti da un’intelligenza centrale con funzionalità di automazione e orchestrazione”. Si cambia approccio. “Se prima si partiva dal device per disegnare le reti – ha sottolineato Mocci – oggi la metrica di riferimento è la performance applicativa, quindi sotto osservazione sono parametri come latenza, jitter e packet-loss. L’attenzione è decisamente spostata sulla user experience”. Nella vision di Verizon, ogni branch office è dotato di apparati general-purpose x86 e ha a disposizione tecnologie di trasporto differenti (così da soddisfare le performance richieste dalle diverse applicazioni, bilanciando i costi), mentre i servizi di rete (software-defined wan, optimization, sicurezza, load balancing ecc.) possono essere implementati in logica software (con pricing a consumo), grazie a sistemi di orchestrazione. Un secondo scenario, invece, prevede che anche la capacità di calcolo risieda presso il cloud di qualsiasi service provider. “La soluzione ottimale – ha detto Mocci – sarà trovare il mix corretto tra i due modelli di erogazione dei servizi di rete, a seconda del branch office, delle applicazioni, dei budget”.

I partecipanti dell'Executive Cocktail

La tavola rotonda tra i presenti in sala è iniziata con la prospettiva del Finance: “Gli istituti di credito – ha detto Sonja Codnich, CSO di UniCredit Business Integrated Solution fino al 2014 – si trovano a fronteggiare un nuovo orientamento dell’offerta dei servizi digitali verso modelli che consentano di raggiungere clienti ‘mobili’ residenti in paesi almeno europei, di ampliare il paniere degli attuali prodotti e servizi bancari sfruttando Fintech e partner funzionali e applicativi: Open Banks con gestione di Supply Chain complesse”. Con riferimento alla trasformazione del network nell’ambito dei nuovi modelli di erogazione dei servizi It e di trasformazione digitale nazionale ed europea, le banche, in particolare, soffrono il basso livello di maturità e integrazione delle offerte di mercato nonché quello dell’armonizzazione normativa del nuovo mercato globale (standard europei, gestione possibile e ‘sicura’ del traffico dei dati in un contesto giuridico/penale definito e armonico dove operare in sicurezza con ruoli e responsabilità’ identificabili). Anche in Banca Popolare di Milano è un momento di cambiamento, come ha raccontato Luca Dozio, Architettura e Sicurezza IT: “Abbiamo riflettuto sul percorso di ottimizzazione di una serie di servizi in un contesto di revisione dello standard architetturale, valutando anche piattaforme di rete virtualizzate con l’obiettivo di rispondere alle esigenze del business nel soddisfare l’utente”. Tra i driver d’adozione, Dozio ha individuato la migliore efficienza e gestione della sicurezza, mentre i costi della soluzione hanno rappresentato il freno. La “coscienza applicativa” è stato il parametro che ha guidato sia la riprogettazione architetturale sia il ridisegno del network. “L’SDN – ha commentato – Antonio Cristini, Direttore Commerciale Verizon Italia – permette di gestire la rete facilmente, con risposta real-time. L’esperienza utente oggi è quella dei Millennials e per soddisfarla occorrono infrastrutture agili e affidabili, che permettono di trasportare le informazioni con path differenti e dinamici basati su regole definite. Stabilire correttamente le policy è lo sforzo e il costo iniziale, perché magari bisogna avvalersi di specialisti esterni, ma l’SDN porta vantaggi nel medio e lungo termine: agilità, governance centrale, riduzione dei costi. Bisogna ragionare sul TCO e sul rischio che i competitor possano superarci adottando per primi tecnologie innovative”.

SDN, una questione di mentalità

Stefano Mainetti, Co-Direttore Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service School of Management del Politecnico di Milano

Ma la strada è lunga e spesso si ha paura di incamminarsi su tecnologie ancora di frontiera. “La riprogettazione della rete oggi interessa tutta l'azienda – ha puntualizzato Mocci -. Gli interlocutori non sono solo tecnici di rete, ma anche C-Level più sensibili ai vantaggi di business, mentre il personale operativo teme la perdita di controllo o la mancanza di competenza”. “Si tratta di una trasformazione significativa di mentalità – ha suggerito Domenico Pignata, Manager Divisione Banking Service Lines Management di Unicredit Business Integrated Solutions -. Se le persone sono frustrate dal cambiamento è anche un compito delle aziende spingerle verso la nuova direzione e creare una cultura aziendale”. La gestione del rischio – è intervenuta la collega Sonja Codnich – è una competenza fondamentale da sviluppare in questo nuovo contesto almeno quanto la capacità di gestire nuove tipologie di contratti anche eventualmente assicurativi. “Salendo di livello di astrazione – ha dichiarato Stefano Mainetti, Co-Direttore Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service School of Management del Politecnico di Milano – bisogna avere la capacità di gestire i processi e i rischi. Le competenze servono, ma l’offerta può fornire le competenze come servizio”.

Best practice per aziende distribuite

In chiusura di dibattito, Alessandro Gualazzi, IT Infrastructure Architect di Prysmian Group ha invitato a riflettere su alcuni temi: “Siamo un gruppo con oltre 80 siti produttivi nel mondo e stiamo andando verso la centralizzazione dei servizi, il che significa necessità di un upgrade di rete. Come disegnare un network, che permetta coesistenza Mpls e Internet, efficienza e sicurezza anche nelle connessioni intercontinentali?”. “Bisogna scegliere due tecnologie di trasporto – ha risposto Mocci – in base alla tipologia di sedi e applicazioni. Grazie all’Sdn, sarà l’intelligenza a instradare dinamicamente le applicazioni, in relazione alle performance attese mappate a priori, così da ottenere la massima efficienza sfruttando la tecnologia e i path a disposizione. È possibile quindi dimensionare le reti in base all’utilizzo effettivo, tagliando sui costi”.

Se le esperienze riportate dalle aziende mostrano le criticità della trasformazione, la via ormai è stata intrapresa: “Se la virtualizzazione lato server è consolidata – ha concluso Mainetti – la parte network è stata fino qui trascurata. Ma oggi ci sono vendor e aziende che stanno affrontando percorsi e non semplicemente implementando tecnologie. Siamo alla fase 2 di maturità: la rete deve ritrovare la sua centralità che ci era un po’ sfuggita”.


Verizon, e l’approccio software-defined alla rete

Le soluzioni SDN e NFV del vendor per network più agili, disegnati per soddisfare la user experience

“La rete sarà vista come un pool di risorse che le aziende comprano e gestiscono con logiche affini al mercato energetico. Non si avranno più eccessi e limiti, ma si pagherà in funzione del consumo”. Così Giuseppe Mocci, Solution Architect Manager EMEA Channel & System Integrators di Verizon, ha sintetizzato lo scenario a tendere del networking. E la multinazionale americana ha già imboccato la nuova strada, mettendo a portfolio soluzioni di Software-Defined Network e Network Functions Virtualization che permettono di separare l’hardware dai servizi di rete, aggiungendo elementi di automazione e orchestrazione. L’approccio SDN accelera la velocità e l’efficienza di rete, instradando dinamicamente le applicazioni sui diversi percorsi di traffico, per ottimizzarne le performance secondo policy definite. Con la tecnologia NFV, invece, le funzioni di rete critiche, che oggi risiedono su diversi hardware specializzati, vengono trasformate in servizi, configurabili e gestibili da un unico punto, grazie a sistemi di orchestrazione. Tra i vantaggi derivanti dalle soluzioni: maggiore agilità delle infrastrutture, migliore controllo sui costi Capex e Opex, tempi di deployment ridotti, maggiore affidabilità grazie alla visibilità sull’intera infrastruttura. “Tutta la parte di automazione, controllo e orchestrazione può essere astratta e centralizzata – ha concluso Mocci – utilizzando hardware generico dove potranno essere implementati i servizi di rete in logica software, con pagamento a consumo”.

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