Dal mainframe a Google

Pubblicato il 06 Ott 2011

lombardi31082011

La recente acquisizione di Motorola Mobility da parte di Google e il suo impatto sull’assetto del mercato dei dispositivi mobili, mi hanno suggerito un possibile confronto di questa situazione con quanto è accaduto nel mercato dei mainframe fino ai primissimi anni ’90. In quel periodo la storia del mainframe si è giocata su una ‘competizione a tre’ tra Ibm, i vendor di sistemi ‘compatibili’ (realizzati sulla base delle specifiche architetturali, sistema operativo e software di sistema di Ibm) e il cosiddetto ‘Bunch’ (dalle iniziali di Burroughs, Univac, Ncr, Control Data e Honeywell), un gruppo di costruttori di sistemi basati su sistema operativo e software proprietari.
Proviamo a sovrapporre a quel modello la fisionomia dell’attuale assetto competitivo dell’offerta smartphone, e sovrapporre al ruolo di Ibm (singolo vendor ma anche ‘contesto’ in cui operavano altri vendor, concorrenti e alleati nello stesso tempo) quello di Google (oggi vendor di device attraverso Motorola ma anche sviluppatore dell’ambiente Android); sovrapporre ai vendor di mainframe ‘compatibili’ di allora i nomi dei vendor dell’attuale ecosistema Android (costruito sul disegno e le specifiche realizzate da Google); e sovrapporre infine al Bunch di allora i nomi di Apple, di BlackBerry-RIM e di Microsoft-Nokia, i ‘non compatibili’ di oggi.
Allora la storia finì con la netta vittoria di Ibm e la scomparsa, uno per uno, di tutti i competitor, compatibili e non. È interessante ricordare che molte delle contrapposizioni di allora si giocarono non tra Ibm e ‘Bunch’ ma nel fronte ‘Ibm e compatibili’, con le accuse a Ibm, da parte dei fornitori in teoria meno radicalmente ostili (i costruttori di compatibili) di usare in modo spregiudicato il proprio ruolo a un tempo di vendor ma anche di 'contesto’ (cioè di depositario delle specifiche di riferimento per gli altri vendor); godendo così di un ‘time to market’ favorevole, dato dal fatto di conoscere con largo anticipo rispetto agli alleati tutte le novità architetturali e funzionali dei software a venire, di poterlo così ottimizzare sui propri sistemi prima di metterne a conoscenza i propri ‘alleati’.
Fatta la tara e pur coscienti delle grandi differenze tra il mondo dei mainframe e quello degli smartphone o dei tablet, se proviamo a inserire anche questo scenario tra quelli da considerare nell’evoluzione del mercato dei device mobili viene facile ipotizzare fin d’ora che nel futuro che attende il rapporto tra Google-Motorola, gli ‘alleati’ dell’ecosistema Android e gli altri player ci possano essere frizioni e battaglie continue più all’interno delle mura di Android che non tra l’ecosistema Android e ‘il resto del mondo’ Questa eventualità sarà tanto più reale, naturalmente, quanto meno Google si mostrerà consapevole che è proprio dal carattere realmente aperto di Android e non dalla propria ‘volontà di potenza’ che dipenderà la sua leadership sul mercato dei dispositivi mobili.

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