Information Management: le aziende chiedono affidabilità e prestazioni elevate

È stato un dibattito frizzante quello che ha caratterizzato l’Executive Cocktail organizzato da ZeroUno in partnership con Ibm sul tema dell’Information Management e delle tecnologie storage a suo supporto. Prestazioni elevate, affidabilità e sicurezza sono gli elementi che ricercano le aziende

Pubblicato il 23 Dic 2016

Information management: le tecnologie che abilitano il business digitale e data-driven.

Questo il tema di fondo di cui si è discusso durante un recente Executive Cocktail che ZeroUno ha organizzato a Roma in partnership con Ibm Italia. Tra i temi oggetto di più ampio dibattito quelli

Di questo servizio fanno parte anche i seguenti articoli:
LO SCENARIO – Storage all-flash e software-defined: come abilitare un business data-driven
LA TECNOLOGIA – Non solo storage, si va sempre più verso gli All-flash array

dell’evoluzione tecnologica che sposta l’attenzione sempre più verso il software quale elemento di semplificazione della gestione e accelerazione nell’erogazione dei servizi It.

Prestazioni elevate. A garantirle è sempre più il software

I partecipanti all'Executive Cocktail

“Il cambiamento di paradigma tecnologico è così forte che non si può parlare di evoluzione ma di vera e propria trasformazione che non riguarda solo il livello infrastrutturale ma tutto quello che c’è sopra, a partire dalle architetture applicative fino ad arrivare all’organizzazione It ed ai processi operativi”, è il commento di Vincent Nicola Santacroce, Head of Ict Group Governance di Poste Italiane. “In un modello di business sempre più spinto verso un Information Management che ha come esigenza primaria l’analisi, spesso in real-time, di grandi moli di dati, le prestazioni dei sistemi che possano soddisfare queste esigenze diventano il fattore più critico, sia per l’It ma al tempo stesso per il business”.

“Le piattaforme devono essere stabili, che tecnicamente deve significare ‘alta affidabilità’, ossia garantire sempre il corretto accesso ai dati da parte degli utenti”, fa presente Maurizio Fisichella, Responsabile Sistemi e Comunicazioni di Agenzia Ansa. “Per noi la gestione della sicurezza ed il controllo accessi rappresentano due delle sfide primarie, senza dimenticare che sul piano dell’Information Management, in generale, e dello storage, nello specifico, acquistare tecnologia nuova, come può esserlo l’all-flash storage, non basta, bisogna integrare il tutto con i sistemi già presenti in azienda, altra sfida che pone criticità proprio sul fronte sicurezza ed affidabilità”.

Avere il dato corretto al momento opportuno è la sfida primaria anche in una realtà come Istat, così come spiega il Responsabile Infrastrutture Ict, Giuseppe Sindoni: “Nel nostro caso il core business è proprio il dato, per cui affidabilità, sicurezza e prestazioni sono i tre capisaldi attorno ai quali dobbiamo necessariamente modellare i sistemi It; come primo step abbiamo adottato dei sistemi iperconvergenti che proprio sul piano delle prestazioni hanno prodotto risultati soddisfacenti ma, oggi, ci chiediamo cosa cambierà nel futuro a breve, dato che si arriva addirittura a prospettare scenari nei quali i dischi storage nemmeno esisteranno più”.

Un momento di confronto durante l'evento

“Tra qualche anno potrebbe addirittura cambiare tutto il modello di computing – risponde Massimo Ficagna, Senior Advisor dell’Osservatorio Enterprise Application Governance della School of Management Politecnico di Milano, facendo eco alle prime considerazioni emerse nella tavola rotonda. “Memoria volatile e memoria a stato solido potrebbero anche confluire e diventare una cosa sola, a quel punto è chiaro che non avrebbe più senso parlare di storage e di infrastrutture così come le pensiamo oggi”.

“Lo storage dal punto di vista hardware non ha più l’importanza che aveva negli anni passati, oggi l’attenzione si sposta sul modello software-defined”, sottolinea Francesco Casa, Manager of Storage Solutions di Ibm Italia, “la tecnologia sarà sempre più caratterizzata da un’accezione software dalla quale dipenderanno in buona parte le caratteristiche prestazionali, di affidabilità e sicurezza di sistemi fisici standard e commodity”.

Anche la PA ha voglia di correre

Sulla piazza romana non potevano mancare alcuni rappresentanti della Pubblica Amministrazione i quali, pur dovendosi districare tra non poche difficoltà di cambiamento tecnologico (dove gli aspetti di sicurezza ed integrazione rappresentano le sfide primarie), rallentato per altro anche dalle necessità di contenimento della spesa pubblica, hanno portato a testimonianza un desiderio comune di accelerazione dei percorsi di digitalizzazione della Pa.

Un momento di networking durante il Cocktail finale

“Dal cloud arrivano indubbiamente forti riduzioni di costo”, è il primo commento di Patrizia Cannuli, Capo progetto Area Sistemi di e-procurement di Consip, che aggiunge: “Il tema storage va di pari passo con quelli dei Big data dove anche nella Pa gli elementi critici sono dati dall’integrazione e dalla sicurezza, soprattutto se si pensa ai progetti innovativi in ambito Open Data che nell’Agenda Digitale Italiana hanno un importante peso”.

“La sicurezza sui dati così come l’abbiamo pensata fino ad oggi non ha più ragione d’esistere – interviene a tal proposito Fabio Caprabianca, Capo Sezione Banche dati e Processi di dematerializzazione del Ministero della Difesa -, va ripensata alla luce proprio di questi nuovi percorsi di innovazione dove, a mio avviso, diventerà sempre più strategico anche il Data-as-a-Service, il vero modello che permetterà davvero di mettere a disposizione degli utenti i dati, accessibili e disponibili in vari formati e mediante differenti applicazioni come se fossero presenti sulle infrastrutture locali, anche se sarà il cloud l’ambiente di riferimento”.

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