Availability: come garantirla insieme ai partner

Veeam Sofware si contraddistingue per l’approccio pragmatico alle innovazioni tecnologiche da supportare e per la vocazione a fornire i propri prodotti esclusivamente attraverso il canale indiretto. Intervista al numero uno della regione Emea

Pubblicato il 13 Lug 2016

ROMA – Nel giro di due o tre anni, la maggior parte del vantaggio competitivo delle aziende dipenderà dal loro modello di business digitale. Ne è convinto Olivier Robinne, Vice President Emea di Veeam, recentemente nominata fra i Leader nel Quadrante Magico di Gartner per il Data Center Backup and Recovery Software, intervistato da ZeroUno a margine dell’evento VeeamOn Forum (svoltosi a Roma a metà giugno).

Olivier Robinne, Vice President Emea di Veeam

“Lo dimostra – ha aggiunto il top manager – il fatto che sempre più aziende istituiscono la figura del Chief Digital Officer, un mix fra le competenze dei Chief Marketing Officer e quelle dei Chief Information Officer, ovvero fra skill di business e conoscenze tecnologiche. Che venga previsto o meno un Cdo, i Cio sono sollecitati a diventare propositivi in materia di digital transformation ed essere più reattivi nei confronti dell’emergere di opportunità o di problemi sul fronte della digitization”. Fra le sfide, secondo Robinne, “spicca quella di garantire la disponibilità delle applicazioni e dei dati h24 e sette giorni su sette. I clienti sono sempre meno disposti ad aspettare le risposta delle applicazioni. Anche un disservizio di pochi minuti può causare la perdita di un business”.

Sul fronte della maturità dell’It transformation, Robinne ricorda che l’Europa presenta un quadro eterogeneo: “I paesi nordici sono molto avanti nell’utilizzo del cloud, mentre Italia, Francia e Spagna sono più arretrati in questo campo”, afferma il top manager. Ciononostante, le previsioni di Veeam indicano che nei prossimi anni tutte le imprese utilizzeranno in modo più o meno predominante il cloud per la propria operatività digitale: “Entro i prossimi dieci anni sicuramente tutte o quasi le funzionalità di disaster recovery saranno fruite in modalità as-a-service, o DRaaS. Ecco perché stiamo investendo moltissimo in questo ambito, sviluppando tecnologie agnostiche rispetto alle piattaforme software, hardware e di connettività”.

“Quello che ci distingue di più dalla concorrenza – ha aggiunto il numero uno europeo di Veeam – è la coerenza strategica e di approccio che abbiamo mantenuto fin dalla fondazione, avvenuta dieci anni fa, e che proseguirà in futuro. La vendita esclusiva attraverso il canale fa parte del nostro Dna, mentre altri competitor forniscono i loro prodotti a volte in maniera diretta e altre in modo indiretto, con il rischio, non raro, di malumori presso alcuni partner. Noi, invece, attribuiamo estrema importanza al canale indiretto, in particolare quello che garantisce prossimità, flessibilità e reattività nel rapporto con i clienti finali”.

“Un altro aspetto che continua a caratterizzarci – ha concluso Robinne – è un approccio pragmatico nella scelta delle tecnologie su cui concentrarsi e delle alleanze da stringere. Noi non vogliamo fornire tutto, ma offrire le migliori soluzioni di availability e disaster recovery che si integrano in modo sicuro e rapido con gli ambienti di questi partner tecnologici”. Nel corso del tempo si sono aggiunti Vmware e Microsoft, sul fronte della virtualizzazione; Hpe su quello dei server; NetApp ed Emc, per quanto riguarda lo storage; Cisco per il networking e la datacenter convergence.

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