Akamai: come ottimizzare le immagini per i siti Web?

Siti web sempre più ricchi di immagini che, soprattutto su mobile, rallentano il caricamento delle pagine con gravi danni sul piano della user experience. Come possono rimediare le aziende?

Pubblicato il 16 Nov 2016

MILANO – L’immediatezza e la forza comunicativa delle immagini sta spingendo le aziende a farne un utilizzo intensivo sui propri siti (le pagine web ne contengono oggi in media 60, dato Http Archive) con la diretta conseguenza che il peso delle pagine web è in aumento come mai prima (figura).

Figura 1 – Crescita del peso delle immagini e delle pagine dei siti web – Fonte: Akamai

Quali sono i problemi che questo trend genera? Ecco i principali, ricordati in una recente conferenza stampa di Akamai dedicata al tema:

1) Cattiva user experience – Siti più pesanti significa pagine che si caricano lentamente, e dunque alti tassi di abbandono e danno alla brand image;

2) Mobility difficoltosa – Il problema è maggiore in mobilità: molte organizzazioni forniscono ancora immagini “a misura di desktop”, contribuendo alla riduzione delle performance dei siti in mobility. Gli utenti sono però sempre meno pazienti: “I navigatori abbandonano ormai con facilità il sito se il tempo di risposta è troppo lungo o se le immagini si caricano male: secondo le ricerche, passati 7 secondi, se la pagina non è visualizzata, più della metà dell’audience è persa”, dice Alessandro Rivara, Major Account Executive Italy, Akamai Technologies.

Alessandro Rivara, Major Account Executive Italy, Akamai Technologies

3) Alti tempi di lavorazione – Le aziende che tentano di fornire immagini modificate per una fruizione rapida, spesso devono affrontare carichi di lavoro complessi, che possono rallentare il time-to-market e aumentare i costi di storage; come spiega Nicola Ferioli, Head of Engineering, Akamai Italia; per ogni immagine è infatti necessario produrre versioni diverse in base al tipo di device a cui sono destinate, al browser (ognuno supporta alcuni formati di immagine meglio di altri), alla risoluzione più o meno alta dello schermo e ad altri motivi di resa finale (es. creazione di una versione scontornata da un originale con sfondo bianco): “Considerando tutti i parametri, arriviamo a contare 108 diverse varianti della stessa immagine – dice Ferioli – Pensate all’impegno che richiede una simile operazione e a cosa significhi dover ripetere il processo nel caso sia necessario apportare una modifica [al contenuto dell’immagine d’origine – ndr]”.

Nicola Ferioli, Head of Engineering, Akamai Italia

Image Manager, la soluzione proposta da Akamai, risponde a queste problematiche offrendo ai proprietari dei siti uno strumento per ottimizzare automaticamente le immagini web, “ovvero per ottenere i massimi livelli di performance e qualità visiva nel rispetto dei tempi di delivery – come spiega Ferioli – la soluzione si pone come layer intermedio tra l’utente e il sito di origine; l’azienda ha solo il compito di caricare su quest’ultimo una singola immagine di elevata qualità, anche inadatta al web; il resto avviene automaticamente”, Image Manager genera 108 varianti dell’immagine e all’utente viene consegnata in tempi estremamente ridotti la versione migliore in base al device usato: “Viene fatto il resize, scelta la compressione e il formato più adeguato, tutto senza toccare il server del cliente”, specifica Ferioli; l’operazione avviene in uno spazio cloud di Akamai dove sono anche conservate tutte le diverse versioni di immagine generate.

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